Un altro episodio di razzismo si è verificato durante una partita di calcio. Si è realizzato sul finale della partita Atalanta – Juventus, allorquando Dusan Vlahovic è stato preso di mira da un gruppo di deficienti (ripetiamo DEFICIENTI e non tifosi) con reiterati epiteti di “zingaro”. I cori contro il serbo sono iniziati dopo un’ammonizione dell’arbitro a Zappacosta per un fallo su Vlahovic, il quale con gesti eloquenti ha fatto capire “Non lo sentite?” chiedendo al direttore di gara di prendere dei provvedimenti. Così l’arbitro Doveri ha disposto l’annuncio dagli altoparlanti dello stadio previsto dal regolamento per fermare gli insulti. Ma, nonostante questo, alla ripresa della partita gli insulti sono continuati con aberrante forza. E mentre si svolgono gli ultimi minuti della gara Vlahovic segna un bel gol da fuori area, consolidando la vittoria della Juventus che già vinceva per 1 a 0 grazie alla rete di Iling – Junior. Il serbo, a questo punto, porta il solito dito al naso in segno di fare silenzio e l’arbitro lo rincorre mentre festeggia con i compagni e lo ammonisce con un cartellino giallo. Impeccabile la decisione dell’arbitro Doveri che rispetta alla lettera il regolamento. Tuttavia, memori di quanto successo a Lukaku durante la partita contro la Juventus a Torino, in cui a posteriori la giustizia sportiva è intervenuta a cancellare l’ammonizione, anche in questo caso si dovrebbe seguire la stessa logica. E mentre la F.I.G.C. ha già chiamato la Juventus per esprimere solidarietà per l’ennesimo atto di razzismo che questa volta si è accanito contro Vlahovic, siamo sempre qui a scrivere e biasimare atti inqualificabili di razzismo. Sì, perché di questo si tratta, al di là di altre dichiarazioni che vorrebbero sminuire atti di tale notevole gravità. E adesso ci aspettiamo che la Società Atalanta Bergamasca Calcio intervenga con decisione attraverso le immagini delle varie telecamere dislocate all’interno dello stadio, per condannare con il Daspo (divieto di accesso ad una manifestazione sportiva) i responsabili di tali reiterati atti di razzismo contro Vlahovic, il giocatore serbo della Juventus. Così come ha fatto la stessa Juventus nell’occasione della vicenda Lukaku, in cui si individuarono 171 responsabili ordinando loro il Daspo. Fuori dallo stadio, fuori dal calcio, fuori dal sentirsi tifosi di niente, fuori chi non capisce miseramente il danno provocato a chi gravemente si offende dal punto di vista umano, fuori chi con gesti così ignominiosi non si rende conto che allo stadio ci sono anche dei bambini e, come tale, si può provocare in loro un errato esempio di emulazione. Fuori! Per sempre! Il calcio è un’altra cosa.
Salvino Cavallaro